Ponte Morandi: Assoutenti si costituisce parte civile nel processo

Faremo valere i diritti di centinaia di cittadini esclusi da indennizzi Aspi.

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Assoutenti, cui il primo pensiero va ai familiari delle vittime del crollo del Ponte Morandi (tutti risarciti da ASPI tranne due casi in corso di giudizio), sarà parte civile nel processo dinanzi al Tribunale di Genova che prenderà il via il prossimo 15 ottobre.

Con tale costituzione l’Associazione intende in modo particolare tutelare gli interessi degli “esclusi”, ossia quelle persone che, seppur portatrici di interessi diffusi ed avendo subito danni sia morali che patrimoniali a causa del crollo del ponte, sono stati escluse da Aspi da qualsiasi forma totale o parziale di indennizzo pubblico.

“Nonostante in questi tre anni sia stata avviata una attività di dialogo tra le Istituzioni ed il territorio, volta a facilitare e risolvere molte delle problematiche conseguenti al crollo del Ponte Morandi, abbiamo constatato l’impossibilità di ottenere un risultato per centinaia di cittadini che abitano nei pressi dell’area e sono stati ingiustamente privati di un legittimo indennizzo – spiega il presidente Furio Truzzi – Purtroppo solo una piccola parte della popolazione residente intorno al Ponte, ossia gli abitanti della zona rossa e parte di quella arancione, è stata adeguatamente risarcita, mentre per i residenti della zona gialla colpita indirettamente dalle conseguenze del crollo e che ha subito pesantissimi disagi durante tutto il periodo di ricostruzione del ponte, non è stato previsto alcun indennizzo”.

Intervenendo come parte civile nel processo Assoutenti vuole dunque tutelare davanti al giudice i casi rimasti irrisolti, nonché le questioni dei danni patrimoniali conseguenti alla perdita di valore degli immobili della zona.

Per questo anche attraverso la costituzione diretta di nostri iscritti come il signor Fernando Passeri, oltre alla tutela della persona (che ha assistito al crollo ed ha subito un forte stress post-traumatico conseguente all’evento) intendiamo introdurre nel procedimento la questione dei danni patrimoniali, affinché si possano finalmente portare dinanzi all’Autorità Giudiziaria anche le perdite economiche subite dai consumatori (e non soltanto dalle imprese) derivanti dal crollo.  Basti pensare ai tanti abitanti della zona interessata dalla ricostruzione che hanno dovuto per oltre un anno perdere il triplo del tempo per andare e tornare dal lavoro.

“In sede di processo ribadiremo come siano da tutelare non solo i sacrosanti diritti delle vittime, ma anche gli interessi della comunità e di quei cittadini che, pur avendo subito danni, sono stati esclusi da un equo indennizzo” – conclude il Presidente Truzzi.