La libertà di scelta dei consumatori non può subire ricatti da nessuno: se i lavoratori di Parmalat hanno problemi, la colpa è della multinazionale Lactalis e delle sue scelte industriali, non dei consumatori e degli allevatori
Un successo strepitoso questa mattina in piazza De Ferrari per l’iniziativa che ha visto uniti allevatori, associazioni dei consumatori ed istituzioni per la salvaguardia del latte delle valli genovesi: in poco più di un’ora sono state distribuite 400 bottiglie, un forte segno di solidarietà verso i nostri produttori dell’entroterra, ma anche verso Unicef, a cui l’intero ricavato verrà devoluto.
Assoutenti ringrazia il presidente della Liguria Giovanni Toti, gli assessori regionali Gianni Berrino e Ilaria Cavo, il sindaco di Genova Marco Doria, gli assessori comunali Emanuele Piazza e Pino Boero, per aver preso parte all’iniziativa, testimoniando la vicinanza e l’interessamento delle istituzioni.
Un grande ringraziamento va anche ai volontari dell’Unicef, alle centinaia di genovesi che pazientemente hanno fatto la coda per acquistare la loro bottiglia di latte e soprattutto ai nostri allevatori. Anche loro hanno diritto di vivere quanto i lavoratori della Parmalat. Sbaglia chi contrappone gli uni agli altri.
Sbaglia chi vuole condizionare le scelte del consumatore con il ricatto dei posti di lavoro. Se un prodotto è scadente dovremmo comprarlo per garantire lo stipendio di chi lo produce? E se scoppiasse la pace nel mondo e l’industria bellica dovesse chiudere? E se gli autobus venissero sostituiti dai tram e ci fossero meno autisti? Basta con il giustificazionismo dei posti di lavoro: così facendo si fa la fine dell’Ilva di Taranto.
Dietro a questo teorema Genova è diventata la città più arretrata d’Italia, che non riesce mai a decollare nonostante le buone cose. Con questo teorema si ammazza la libertà di scelta del consumatore che è l’unica arma che possiede per pretendere prodotti di qualità al giusto prezzo. Il boicottaggio è l’arma più formidabile per difendere la democrazia politica, economica e sociale. Non è un caso che gli Stati Uniti d’America siano nati in seguito al boicottaggio del tè inglese.
Ritornando a Genova, ai suoi allevatori, ai suoi lavoratori, ai suoi consumatori diciamo forte e chiaro: libera scelta in libero mercato,se la Parmalat non vuol comprare il latte delle valli genovesi lo compriamo noi, e non scarichi sulle nostre scelte colpe che non abbiamo! I suoi lavoratori meritano lo stesso rispetto e la stessa dignità che devono essere riservati agli allevatori. A Parmalat, che non ha valutato quali sarebbero potute essere le conseguenze delle sue scelte industriali, chiediamo un incontro insieme agli allevatori, per trovare una soluzione che vada bene a tutti.
Bere latte della propria valle, come produrre tecnologie per la pace, avere tram al posto di bus e, più in generale, poter scegliere liberamente: queste sono le cose giuste, le altre quelle sbagliate.